Resistenze

Resistenze

Subito dopo l'armistizio dell'8 settembre, nonostante il disfacimento complessivo delle forze armate italiane in tutti i teatri operativi in patria ed all'estero, vi fu anche una breve "resistenza militare" ad opera di reparti del Regio Esercito, per ordine superiore, per scelta volontaria delle truppe (Divisione Acqui, distrutta nella tragica battaglia di Cefalonia) o per iniziativa di ufficiali a capo di formazioni dislocate nei Balcani e in Egeo (come Inigo Campioni e Luigi Mascherpa, protagonisti delle battaglie di Rodi e Lero). Inoltre si combatté l'unica vera e propria campagna condotta con successo dalle truppe italiane contro i tedeschi dopo l'8 settembre, la liberazione della Corsica. Da ricordare è anche la difesa di Porta San Paolo ad opera di formazioni dell'esercito affiancate dalla popolazione civile durante il breve tentativo di difendere Roma. Della "resistenza militare" fece parte anche la rete di informatori organizzata nella capitale dal colonnello Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo (il Fronte Militare Clandestino della Resistenza, FCMR); strettamente legata alla Monarchia e conservatrice, la struttura operò anche in polemica con le altre formazioni resistenziali ed ottenne qualche risultato, ma venne infine smantellata dai tedeschi e lo stesso Montezemolo fu catturato e ucciso.

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